La famiglia si sposta in seguito a Padova nel 1888 e poi a Catania nel 1897, dove Boccioni consegue il Diploma in un Istituto Tecnico. E' nella città siciliana che il giovane Umberto inizia la collaborazione con alcuni giornali locali. Nel 1901 si trasferisce a Roma presso una zia e comincia a frequentare lo studio di un cartellonista. Risale a questo periodo il suo incontro con Severini, insieme al quale diventa discepolo di Giacomo Balla, dal quale entrambi si allontaneranno molto presto. E' dell'aprile 1906 il suo primo soggiorno a Parigi, seguito da quello in Russia dopo pochi mesi. Tornato in Italia si stabilisce a Padova e si iscrive all'Accademia di Belle Arti di Venezia. Intraprende un altro viaggio verso la Russia ma si ferma a Monaco, in Germania. Al ritorno da questo soggiorno comincia a dipingere e a sperimentare i primi tentativi nel campo dell'incisione. La vita artistica italiana è ancora fortemente ancorata alle vecchie tradizioni provinciali. Per questo sceglie come meta Milano, unica città dinamica, dove conosce Romolo Romani e frequenta Previati, dal quale riceve una certa influenza simbolista.
Dopo la pubblicazione sul "Figaro" del primo manifesto futurista ad opera di Marinetti, Boccioni si avvicina al movimento avanguardista e nel 1910 scrive, con Carrà e Russolo, il "Manifesto dei pittori futuristi" e il "Manifesto tecnico della pittura futurista", firmati anche da Severini e Balla. Boccioni diventa il massimo e più rappresentativo esponente del movimento, sviluppando un linguaggio proprio e riconoscibile. Nel frattempo partecipa attivamente a tutte le iniziative, dalle lotte delle "Serate futuriste", organizzate nei teatri delle province italiane, alle mostre, da lui stesso allestite, nelle varie capitali europee, Parigi, Londra, Berlino, Bruxelles. Intanto scrive il "Manifesto della scultura futurista", le pagine principali della sua poetica, scolpisce e dipinge la serie delle opere dinamiche; dal 1913 collabora alla rivista "Lacerba", organizzata dal gruppo fiorentino capeggiato da Soffici.
Lo scarso interesse per la sua arte da parte del pubblico italiano, e anche l'ostilità di certi ambienti culturali futuristi, come quello fiorentino, lo spingono a rifugiarsi nell'appoggio della madre, figura fondamentale e amatissima.
Con l'inizio del Primo Conflitto mondiale nasce l'adesione di certi intellettuali all'interventismo. Boccioni, e come lui molti altri pittori, si arruola nei ciclisti e parte per il fronte. Nel frattempo la sua arte si trasforma sull'onda delle nuove avanguardie europee. Collabora con la rivista "Avvenimenti" e si riavvicina al suo vecchio maestro Balla.
Il 17 agosto 1916 muore dopo una caduta da cavallo nella periferia di Verona.
Soirée Futurista, Milão 1911 Boccioni. 1994, Veriag gerd Hatge, Stuttgart. pg. 51 |
Formou-se em Roma, com Gino Severini, no ateliê de Giacomo Balla, nos primeiros anos do século XX. Aprendendo a pintura neo-impressionista, tornou-se um mestre menor do divisionismo italiano. Fixou-se em Milão, onde conheceu Marinetti, em 1908, e, em 1909, aderiu ao Futurismo, com Balla, Carlo Carrà e Luigi Russolo, assinando com eles o Manifesto dos pintores futuristas, em 1910; no mesmo ano, redigiria o Manifesto técnico da pintura futurista. Convocado para lutar na Primeira Grande Guerra, serviu na artilharia, em Sorte, próximo a Verona, onde morreu após uma queda de cavalo durante exercícios militares. Sua produção artística e intelectual fluiu até 1916, ano em que publicou em Nápoles O Manifesto dos Pintores Meridionais. Expôs em Paris, Londres, Roma e nos Estados Unidos (São Francisco).
A sensação dinâmica é o principal valor de sua arte - a ação que se traduz na pintura pela prática das técnicas neo-impressionistas, associadas aos princípios do Cubismo, particularmente depois de seu contato em Paris com Pablo Picassoe os outros cubistas em 1912. Sua pintura abordou temas político-anarquistas, cenas de grande movimentação de figuras em tensão dinâmica e mesmo composições quase abstratas, articuladas pelas linhas-força. Foi inovador na escultura, rompendo com a tradição de Rodin e procurando solucionar todos os aspectos da forma dinâmica na linguagem tridimensional. Suas esculturas ultrapassaram a questão do movimento absoluto para um movimento relativo, estabelecendo uma tensão e fusão da forma e do espaço, que se interpenetram. Realizou, ainda, experiências com materiais não tradicionais da escultura, justapondo e articulando vidro, madeira e couro, em trabalhos que chamou depolimaterici (polimatéricos).
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